Settembre al Parco, la VI edizione di un festival in crescita: ne parliamo con Luisa Parrelli e Giacinto Lucchino

Nato quasi in sordina, Settembre al Parco giunge alla VI edizione, confermandosi punto di riferimento di fine estate per gli amanti della musica. Nel corso di cinque anni, un lungo elenco di ospiti di eccezione si sono avvicendati su un palco che oramai è diventato un punto d’incontro importante per tutti gli amanti della musica. Dal soul di Martha Reeves & The Vandellas, Percy Sledge, The Miracles, Eddie Floyd e Ben E. King, al virtuosismo di Brian Auger e Billy Cobham, dal classico canzoniere italiano di Ivano Fossati e Alberto Fortis, al rock nostrano dei New Trolls e del Banco del Mutuo Soccorso, dal jazz di Dollar Brand al pop anni ’80 di Tony Hadley, fino alla proposta di una voce emergente del blues bianco come Dana Fuchs, Settembre al Parco non ha trascurato le passioni del suo pubblico. E che quella di quest’anno fosse una edizione piena di sorprese lo si era percepito dalle due “gustose” anteprime: James Taylor e Al Jarreau.
Puntuale è stata la conferma di quelle prime impressioni. Joan Armatrading, Ian Hunter, Jefferson Starship e Shel Shapiro, saranno gli aristi che, dal 6 al 9 settembre al Parco delle Biodiversità di Catanzaro, impreziosiranno il cartellone di una stagione che renderà sempre più autorevole il festival.
Con Giacinto Lucchino, dell’Associazione Ecsdance di Lamezia Terme, e Luisa Parrelli, di Vertigo Music, “motori” della manifestazione, cerchiamo di conoscere gli inizi, le soddisfazioni avute e le difficoltà incontrate in questi anni.

Come è nato Settembre al Parco?
LP: Settembre al Parco nasce nel 2007 da una intuizione dell’Amministrazione Provinciale che voleva chiudere l’estate con un concerto di Billy Cobham. Proprio in quei giorni avevo ricevuto una mail in cui mi si offriva la possibilità di organizzare una data con Martha Reeves e presentai la proposta aggiungendo alla data di Cobham quella di Martha. Era per provare a sondare il terreno e la disponibilità. Venne accolta con interesse e partimmo subito per la fase organizzativa. Da allora è stato un continuo crescendo, anno dopo anno abbiamo aumentato il livello di qualità fino a giungere a questa edizione che ritengo la migliore dal punto di vista musicale. E’ la mia anima rock che me lo fa dire. Scherzi a parte credo che il livello qualitativo sia veramente elevato.
GL: In verità bisogna riconoscere che è stato importante il supporto di Wanda Ferro, Presidente della Provincia di Catanzaro che, sin dall’inizio, ha creduto in questo festival dandoci la possibilità di lavorare al meglio senza ansie, anche quando ad un passo dalla firma c’erano cambiamenti di programma degli artisti al di la dall’oceano o nella stessa Europa. Ha capito perfettamente che in queste situazioni la cosa migliore è non affrettare i tempi ma lasciare che le cose seguano il loro corso naturale.

Lavorare con tanta libertà di azione vi ha dato la possibilità di scegliere tra un ampio ventaglio di nomi. Nonostante le soddisfazioni avute in questi anni avete qualche rimpianto per un nome che non avete potuto presentare al vostro pubblico?
LP: Sicuramente. Non ti nascondo che anche quest’anno avevamo contattato, e addirittura chiuso il pre contratto, con due artisti americani di grande valore ai quali abbiamo dovuto rinunciare perché proprio nel periodo del nostro festival erano riusciti a organizzare una tournèe negli USA e per forza di cose hanno dovuto rinunciare a venire in Italia. Resta valida la prelazione per il prossimo anno ma il fatto che il nostro festival si svolga a settembre sicuramente un pò ci penalizza perché resta al di fuori dei circuiti “normali”. Io ritengo che questa sia invece la nostra forza: essere riusciti a portare a Catanzaro artisti fatti venire appositamente, con molte date uniche in Italia e altre uniche in Europa. Non è facile perché è un lavoro che dura dalla fine di un festival e fino all’inizio dell’estate successiva. Un lavoro fatto di telefonate, mail, cambi di programma ecc. ma che come si può vedere alla fine dà i suoi buoni frutti.
GL: Particolare importante è che oramai quando chiediamo la disponibilità e mandiamo il curriculum di Settembre al Parco con le foto del posto, la conferma è immediata. Credo che per noi che organizziamo la manifestazione alla sua conclusione, ripensando alle cose fatte, pensiamo che tutto è stato normale, quasi naturale. Ma chi si esibisce su quel palco, ricevendo straordinarie sensazioni ed emozioni dal pubblico,  non può che conservare un buon ricordo che, inevitabilmente, trasmette a chi chiederà notizie perché su quel palco dovrà esibirsi dopo di lui. Così sta succedendo per Settembre al Parco: è un festival che è diventato sinonimo di valore.

In questi anni avete avuto tante gratificazioni, ci sarà stata anche qualche critica.
GL: Mi chiedi delle possibili critiche ricevute e anche su questo voglio essere sincero rispondendoti che non lo so. Personalmente non ho avuto modo di ricevere accuse da nessuno per quello che riguarda sia la parte organizzativa che sulla scelta degli artisti proposti. Non posso intervenire sulle valutazioni politiche perché è una cosa che non mi compete, anche se a dire il vero neanche su quel versante ho udito qualcosa. E comunque le critiche stanno nell’ordine delle cose e a me piace sempre afferrare quello che può servire per fare al meglio il nostro lavoro. Poi sulla scelta artistica la decisione spetta sempre a noi.
LP: Di sicuro credo che nessuno possa lamentarsi degli artisti avvicendatisi sul palco del Parco. Scusa il gioco di parole (ride…), anche perché era l’unica possibilità di vedere musicisti di quel calibro. Stiamo parlando di pagine importanti dell’enciclopedia musicale, di singoli e di gruppi che diversamente non sarebbero mai giunti in Calabria e che forse non era possibile vedere in Italia tanto facilmente. Come dicevo prima tutto sembra facile, ma riuscire a tutto vada per il verso giusto è complicato. Soprattutto se si tiene presente che questo è un festival che si svolge in 4 giorni consecutivi, con artisti che partono mentre stanno arrivando gli altri e quindi ogni giorno bisogna ricominciare tutto daccapo.

Ci sono momenti particolari di queste prime cinque edizioni che hanno visto protagonisti gli artisti?
GL: Ricordo che alla prima edizione quando Martha Reeves, che aveva perso il volo a Manchester e conseguentemente quello in Italia su cui era prenotata, ci ha tenuto con il fiato in gola fino alle 23. Ci siamo tranquillizzati quando l’abbiamo vista arrivare, entrare in camerino un attimo e salire sul palco così come era scesa dall’aereo. E’ stato un concerto magnifico. Quella è stata la paura più grande: sbagliare all’esordio per una colpa non nostra. In attesa che arrivasse la Reeves, la band è stata protagonista di un piccolo concerto in cui ha eseguito dell’ottimo rhythm and blues,
LP: C’è un altro episodio che riguarda Martha Reeves. Alla fine del concerto e dopo una giornata di attesa negli aeroporti ci chiese di andare a cenare in una paninoteca di Catanzaro. Fu così che tra una birra e qualche chiacchiera arrivò in hotel alle tre e mezza di notte. Riposò appena due ore perchè alle sei aveva l’aereo per gli Stati Uniti dove non voleva mancare di partecipare al compleanno di sua nipote. Nonostante l’età dimostrò una grande vitalità e una grande simpatia.

Quale edizione di Settembre al Parco ricordate maggiormente?
LP: Se volessi risponderti banalmente direi che è quella che ancora dobbiamo fare. Voglio però dirtelo con le parole di un poeta, Nazim Hikmet: “Il più bello dei mari è quello che non navigammo. Il più bello dei nostri figli non è ancora cresciuto. I più belli dei nostri giorni non li abbiamo ancora vissuti”.
Non so se il risultato è lo stesso, di sicuro è più poetico.
GL: Sono d’accordo. Ogni anno è figlio di quello precedente ed il successivo è sempre quello a cui tieni di più.

Parliamo dell’edizione di quest’anno
GL: Le scelte fatte per questa edizione ci rendono orgogliosi. Ognuno degli artisti che si esibiranno sul palco del festival ha un passato glorioso e averli messi tutti insieme non è stata cosa facile.
LP: Anche quest’anno oltre alla qualità musicale ripercorriamo la strada dell’impegno civile che già lo scorso anno aveva visto protagonista Dollar Brand. Infatti Joan Armatrading oltre ad essere una grande artista è personaggio che si è molto distinta sostenendo associazioni come Amnesty International. Ma in questa edizione c’è molta storia della musica. Basti pensare che, oltre alla Armatrading, Settembre al Parco avrà il merito di aver messo insieme dei grandi nomi di artisti stranieri come Ian Hunter, ex leader dei Mott The Hoople, i Jefferson Starship, nei quali attualmente milita David Freiberg dei Quicksilver Messenger Service, ed infine una delle icone della nostra musica: Shel Shapiro.

Non si può evitare di notare che quest’anno il taglio artistico dato a Settembre al Parco ha una impronta più rock, rispetto alle precedenti in cui il soul la faceva da padrone.
GL: E’ vero, diciamo che è stato volutamente così. Se andiamo ad analizzare quello che abbiamo proposto negli altri anni è facile notare come gli appuntamenti fossero diversificati, nei primi tre la prevalenza era soul e R&B con puntate jazz; il quarto anno l’omaggio a Gaber, il progressive italiano, il soul e una grandissima rock singer; lo scorso anno ancora progressive, la canzone d’autore, ancora jazz e per finire con una icona degli anni 80. Quest’anno ci siamo schierati dalla parte del rock anche perché si erano create le condizioni e le combinazioni per riuscire ad avere la disponibilità contemporanea dei musicisti scelti. E comunque il rock è nella nostra anima.
LP: Ripetersi avrebbe dato una impronta che Settembre al Parco non desidera. La strada che abbiamo scelto è quella di proporre sempre cose diverse al nostro pubblico. La qualità deve essere la nostra arma vincente.

Il programma:

6 settembre

JOAN ARMATRADING

7 settembre

IAN HUNTER

8 settembre

JEFFERSON STARSHIP

9 settembre

SHEL SHAPIRO

I concerti si terranno al Parco delle Biodiversità di Catanzaro con inizio alle ore 21,00.

(Pubblicato su MusicalNews.com il 3/09/2012)

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