AMA Calabria, sold out e grande entusiasmo per il concerto della PFM

PREMIATA FORNERIA MARCONI
Abbazia Benedettina – Sant’Eufemia Lamezia
08/08/2023
AMA Calabria

La storia si ripete con puntualità o, forse, sarebbe meglio dire che continua senza mostrare le rughe formatesi con l’inesorabile trascorrere del tempo. Non esiste alcuna traccia visibile di invecchiamento nella musica che ieri sera è stato possibile ascoltare nel concerto, organizzato da AMA Calabria, diretta dal Maestro Francescantonio Pollice, che la Premiata Forneria Marconi, o per brevità chiamatela PFM, ha tenuto nell’area esterna dell’Area Benedettina di Sant’Eufemia Lamezia.

E’ trascorso poco più di mezzo secolo dalla pubblicazione del loro primo album “Storia di un minuto”, numerosi sono stati cambi di formazione e degli interpreti di quel suono originale che li ha contraddistinti, ma la PFM ha sempre una grande voglia di stupire e di essere amata. Il groove potente e preciso è quello degli anni d’oro del prog italiano.

Nessuna sorpresa per il pubblico che, da alcuni giorni, aveva fatto registrare il sold out, frutto dell’amore sconfinato per una band che ha confermato di essere in grado di possedere una consolidata reputazione, così come di mettere in mostra la riconoscibile brillantezza in ogni brano eseguito. L’intero concerto è stato un percorso sviluppatosi tra passato, presente e futuro.

Troppo semplice immaginare alla bellezza immortale di “Impressioni di settembre” e al ritornello che si eleva per il suono del moog. La PFM è stata molto di più e lo si è avvertito subito dopo le iniziali “Il respiro del tempo” e “Mondi paralleli”.  Le improvvisazioni di “Transumanza Jam”, annunciate da Patrick Djivas, sono state le proiezioni di ciò che sarà il divenire del gruppo di Franz Di Cioccio. Ogni nota è sembrata alzarsi verso il cielo ed ampliare gli spazi della suggestiva location dell’Abbazia Benedettina.

Il passato si fa strada con i capolavori di sempre. “Il banchetto”, “La carrozza di Hans”, “Maestro della voce”, “E’ festa” e “Mr. 9 till 5” non potevano mancare per quel pubblico “affamato” di ricordi, con la voglia di rivivere passate emozioni. La ricerca musicale e la continua evoluzione hanno indotto la PFM a esprimersi su territori diversi da quello del rock progressivo degli anni settanta. “Cyber Alpha” e la rilettura della “Danza dei cavalieri”, tratta da “Romeo e Giulietta” di Sergej Prokofiev possono essere considerate l’altro mondo della band. La maggior parte delle esecuzioni erano fedeli agli originali, ma lasciavano spazio ad assoli e variazioni che davano alle composizioni più vecchie, in particolare, una nuova freschezza e vigore.

Tutto il concerto è stato un susseguirsi di variazioni ritmiche, con la PFM dispiegata al completo servizio della musica, inevitabilmente potente ma che si è concessa anche momenti eleganti e sognanti come la delicata “Dolcissima Maria”. Tutto supportato da musicisti come Alessandro Bonetti (violino), Alessandro Scaglione (tastiere, cori), Marco Sfogli (chitarra, cori), Eugenio Mori (seconda batteria), e la special guest Luca Zabbini. Il leader dei Barock Project, oltre che per gli interventi alle tastiere, anche per un’ottima vocalità.

Un discorso a parte meritano Franz Di Cioccio e Patrick Djivas. I due componenti storici della PFM sono l’anima propulsiva del gruppo. Di Cioccio sul palcoscenico è la vera guida del gruppo. Si impadronisce della scena, saltella, entusiasma il pubblico, che coinvolge continuamente. Un dialogo aperto recepito e ricambiato con applausi a scena aperta alla fine di ogni esibizione. Una esaltazione vicendevole, uno scambio continuo che è autentica linfa per le interpretazioni vocali e per le sue performance alla batteria.

La tranquillità di Djivas è in netto contrasto con la verve di Franz Di Cioccio. A tratti seduto sul suo sgabello, fa “parlare” il suo basso come solo lui riesce, senza fronzoli e sbavature, dimostrando di essere un vero virtuoso dello strumento. La sua presenza è il perfetto complemento alla selvaggia maestria del suo compagno d’avventura alla batteria.

La conclusiva “E’ festa” con, in aggiunta, il ritornello finale di “Impressioni di settembre”, sembrava essere il degno sigillo del concerto. Il pubblico, però, ha chiesto di più. Desiderava il giusto completamento al quale Di Cioccio e compagni non si sono sottratti. Il momento di ricordare Fabrizio De Andrè è iniziato con l’invito del batterista a rispondere al grido «Branca Branca Branca». Il pubblico ha eseguito con entusiasmo e “Volta la carta” ha mandato tutti in delirio, proseguito con “Il pescatore”. L’ovazione finale ha rivelato, più di ogni altra cosa, quanto la musica della Premiata Forneria Marconi rimanga accattivante e incantevole dopo tutti questi anni.

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