Renzo Arbore: “A me piace la musica sincera”

orchestraitalianC’erano una volta gli anni sessanta, quelli del benessere e del divertimento. Ma anche della rivoluzione giovanile e della musica che ha cambiato i nostri gusti. C’era anche chi con il suo compagno di avventura, Gianni Boncompagni, stava cambiando il corso della radio e della televisione. Renzo Arbore rispecchia ancora oggi l’immagine di rivoluzione e divertimento di quegli anni. La sua ironia unita ad idee, apparentemente bizzarre, lo hanno reso un precursore ed un genio al tempo stesso.
Da anni, abbandonata momentaneamente l’attività radiotelevisiva, gira il mondo con la sua Orchestra Italiana. E i successi confermano la qualità del personaggio.
Lo incontro qualche giorno prima del suo arrivo in Calabria per le due date che terrà a Cosenza, il 18 aprile, e a Catanzaro, il 19 aprile, organizzate da Essemme Musica.

Due date che da tempo sono sold out.
“E qui sta la fregatura”, dice ridendo. “Quando si torna in un posto in cui già si è avuto un largo consenso, tutto diventa più difficile”.

Sono passati quasi cinquanta anni dal 16 ottobre 1965, giorno in cui iniziò “Bandiera gialla” e con essa l’avventura di Renzo Arbore. Da allora quanto è cambiato il modo di promuovere la musica?
“Molto. Dovrebbe esserci una rete televisiva “palestra”, e non è detto che non succeda. Per adesso ci sono i talent e nessuno si aspettava che arrivassimo a tanto. Un tempo c’era solo Sanremo Giovani che dava spazio alle nuove leve”.

Il suo modo di fare radio e TV ha creato molti adepti. Fiorello, Brignano, Lillo e Greg sono solo alcuni.
“Fiorello è riuscito a far convivere il mondo del web con quello della Tv. Una cosa difficilissima. A dire il vero, tra quelli menzionati, trovo che Enrico Brignano sia quello che più si avvicina a me”.

Il suo spettacolo è diviso in due parti. La prima è dedicata a Roberto Murolo.
Considero Murolo mio maestro e grande ispiratore. Per la musica napoletana ha la stessa importanza avuta da Joao Gilberto per la musica brasiliana.

Ma ci saranno anche le canzoni della sua televisione, che sta avendo un revival sulla RAI con il programma “L’altra. La TV d’autore di Renzo Arbore”.
“Questo è un programma di Giovanni Minoli, che va in onda il sabato sera dopo lo spettacolo di Milly Carlucci, non fatto da me, ma in cui si parla di me. Nel momento in cui comprano i format dall’Olanda si sono accorti che io ne avevo inventati ben quattordici”.

Con “DOC” la musica ha avuto il suo giusto spazio, riuscendo a portare nella casa degli italiani i grandi artisti.
“E non solo quelli italiani. “DOC” resterà nella storia della TV come un importante documento fatto con la grande musica di personaggi come Miles Davis, James Brown, Solomon Burke, Chet Baker, i Manhattan Transfer, tra gli artisti internazionali, Francesco De Gregori, Ivano Fossati, Lucio Dalla, Enzo Jannacci e Fiorella Mannoia, tra quelli nostrani. Direi che non ci siamo fatti mancare nulla”.

Da queste parole si comprende quanto sia il suo amore per la musica.
“A me piace la musica sincera e quindi anche la canzone. Non solo il jazz. Se questa è ispirata mi piace accostarla ad altre cose. Io sono un appassionato di arte popolare”.

Lei è contario ai talent?
“No, perchè fanno conoscere nuove voci e nuovi talenti, anche se poi in molti casi durano solo lo spazio di una stagione, come nel caso di Giusy Ferreri“.

Tra le sue “passioni” ci sono le “canzoni da gita”.
“E’ un termine che uso per indicare un tipo di canzone, che non deve essere necessariamente di basso profilo. Tra le canzoni da gita ci sono anche “Azzurro” e “La canzone del sole”, canzoni straordinarie. L’importante è che esse siano ispirate. Jannacci ha composto “Vengo anch’io, no tu no” che era una canzone che, quando facevo “Per voi giovani”, mi fu raccomandata dai vertici della RCA. Ma loro stessi, può sembrare strano, non ci credevano. Io sentii quel pezzo e pensai che quella era una canzone straordinaria”.

Spesso le canzonette hanno vita lunga.
“Le canzonette sopravvivono alla canzone impegnata. In concerto quando eseguo “Ciao ciao bambina” che, rispetto a “Volare” o “Vecchio frac” è una canzone più modesta sotto l’aspetto musicale, il pubblico la canta con me. Proprio per la sua semplicità è una canzone molto amata”.

La sua nuova sfida è renzoarborechannel.tv.
“Io guardo avanti. Questa non è una sfida e neanche il mio futuro. C’è solo la voglia di mostrare ai giovani la strada, partendo dal passato. Il channel è partito timidamente, ma sta trovando la sua strada. Ci sono i comici, ma anche tanta musica. Non mancano Battisti, Modugno, De Andrè, Dalla, Gaber e tutti quelli che hanno scritto quelle che ormai possiamo considerare canzoni senza tempo”.

Recentemente è stato pubblicato “Renzo Arbore. Vita, opere e (soprattutto) miracoli”, un libro che parla di lei.
“Questo è un libro nato senza che io ne sapessi nulla. Io non sapevo che Gianni Garrucciu fosse un mio grande ammiratore che di nascosto raccoglieva testimonianze di amici. Poi ho scoperto che è diventato il mio biografo. E il titolo è nato da un suggerimento di Fabio Fazio nel corso dell’intervista inserita nel libro. Anche questo è accaduto a mia insaputa. Succedono anche queste cose”.

(Pubblicato il 18/07/2013 su MusicalNews)

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