Bob Margolin e Mike Sponza, quelle chitarre che si rincorrono sulle emozionanti praterie del blues

IMG_0596BOB MARGOLIN & MIKE SPONZA TRIO
“Le Querce Jazz & Blues Fusion” – IX Edizione
Country Club “Le Querce” – Sarrottino (CZ)
19/04/2013

Due mondi che si incontrano. Che dialogano, inventano, camminano insieme, si rincorrono sulle corde dell’emozione. Sono i mondi di Bob Margolin e Mike Sponza, ultimi ospiti della IX edizione de “Le Querce Jazz & Blues Fusion”. Due chitarristi che da alcuni anni hanno dato vita ad una vera e propria “liaison artistique” accomunati dalla passione per il blues.
Un incontro fortunato nato in maniera insolita, complice Facebook e la voglia di osare da parte di Sponza. Un semplice messaggio e il gioco è fatto. “La risposta di Bob – racconta il chitarrista triestino – è arrivata a distanza di una settimana dal mio invito a suonare insieme. E dopo qualche giorno, senza aver mai provato, eravamo in viaggio con uno dei miti della mia gioventù. Destinazione Vienna”.

Una favola che dura da alcuni anni e che vede i due chitarristi dividere i palcoscenici di mezzo mondo con una sezione ritmica granitica formata da Mauro Tolot, al basso, e Moreno Buttinar, alla batteria.
Il sottile filo che unisce il bluesman originario del Massachussets e il trio italiano sembrava fosse cosa impossibile ed invece hanno trovato una intesa perfetta. Ed il concerto di venerdì sera ne è stata la dimostrazione.

Bob Margolin, chitarrista storico di Muddy Waters, si è subito presentato alla sua maniera con “Blues lover” , le cui armonie sensuali sono state sottolineate dai tocchi sapienti dei nuovi amici Bob e Mike.
I due si alternano alla chitarra solista, pur se Sponza cura maggiormente i tappeti da costruire intorno alle evoluzioni del compagno. E’ accaduto in “Same thing”, di Willie Dixon, e nella strepitosa rilettura di “Reconsider baby”, di Lowell Fulson. La versione del quartetto di quest’ultimo brano, pur priva dei fiati che ne sottolineano l’andamento morbido, non viene privato del suo groove sinuoso.

Margolin ha cantato con voce roca tipica del blues, potente e a tratti “cattiva”, dando ad ogni esecuzione la giusta interpretazione e diventando, come nel caso di “Down in the alley”, protagonista assoluto quando ha messo da parte la chitarra e si è inginocchiato ululando. E sempre nello stesso brano i due chitarristi, dopo lo stop richiesto alla sezione ritmica dall’americano, hanno duettato uno di fronte all’altro. E’ sembrata quasi una sfida all’ultima nota.
Le chitarre, simboliche “amanti”, accarezzate e strapazzate non sono le uniche artefici di una serata elettrizzante. Gli assolo di Tolot e Buttinar regalano altri momenti di pura energia.

La stessa che si ritrova nella parte finale del concerto. “The weight”, classico di The Band, è il tributo a Levon Helm, batterista di quel gruppo con cui Margolin ha condiviso l’avventura di “The last waltz” e suo amico personale, nel giorno dell’anniversario della sua morte. La canzone che ha un forte impatto emozionale sul pubblico anticipa “Twist and shout”, brano degli Isley Brothers portato al successo dai Beatles. Inevitabile l’effetto galvanizzante. Nessuno dei presenti resiste all’ultimo ballo, sigillo di una festosa e “vincente” edizione de “Le Querce Jazz & Blues Fusion”.

La band:
Bob Margolin, chitarra
Mike Sponza, chitarra
Mauro Tolot, basso
Moreno Buttinar, batteria

(Pubblicato su Gazzetta del Sud il 21/04/2013)
(Foto per concessione di Pierpaolo Grillo)

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