Il Pat Metheny Group e l’alchimia di una magica serata

Pat Metheny Group
“Songbook tour”
Festival ArmonieDArte
Roccelletta di Borgia (Catanzaro)
20/07/2010

Una festa tra amici. Tale è stato il concerto che il Pat Metheny Group ha tenuto al Parco archeologico Scolacium di Roccelletta di Borgia per l’opening act del Festival ArmonieDArte. Una attesa lunga ma non vana ha preceduto l’esibizione del chitarrista statunitense che sembrava non dovesse iniziare mai.
Poi una voce fuori campo introduce il gruppo e dal buio del palco appaiono i quattro musicisti. La luce diventava più forte ed eccolo finalmente. Pat Metheny è apparso quasi timido davanti alla platea che improvvisamente ha creato un silenzio che sembrava fastidioso dopo tanto fragore.
E’ la prima volta di Metheny in Calabria, nonostante lui in Italia ci sia venuto spesso, ed è per molti la realizzazione di un sogno. In quel silenzio Metheny si è avvicinato alla chitarra baritona posta su un supporto introducendo “Phase dance”. Il brano inserito nell’album “Pat Metheny Group” del 1978 ha creato la giusta atmosfera. Da subito è stato delirio per quella cascata di suoni che magicamente sembrava dilatare gli spazi, la sensazione era che nulla circondasse lo scenario suggestivo scelto per questa première.
Con la successiva “Have you heard” si evidenziava l’affiatamento del Group. Le melodie create da Metheny trovavano la loro giusta dimensione nelle armonie elaborate da Lyle Mays e grande sostegno nella ritmica di Steve Rodby e Antonio Sanchez.
Nella scaletta della serata hanno trovato il doveroso spazio “Jaco” e “James”, tributi del chitarrista a Jaco Pastorius e James Taylor.
Il suo è un jazz atipico che spazia indifferentemente tra i vari generi, sfuggendo ad ogni rigida catalogazione, ed ogni influenza viene trasformata in un suono personale e riconoscibile al primo ascolto. Questo è quanto è successo appena il Group ha accennate le prime note della acustica “Farmer’s Trust” o di “Are you going with me?”, con quest’ultima che è riuscita a far sobbalzare anche il più distratto degli ascoltatori. L’approccio di Metheny con la chitarra synth in questo brano è apparso viscerale ed appassionato, e fondamentale è stato ancora una volta il supporto delle tastiere di Mays in cui i contrappunti cari alla musica classica hanno sposato alla perfezione le armonie eteree dei suoni sprigionati dalle tastiere elettroniche e dai synth.
Nessuna nota era superflua e ad ogni arpeggio si aveva la sensazione che ognuna di esse salisse in cielo illuminandolo. La magica alchimia che gli spettatori avevano tanto atteso si stava compiendo e un Pat Metheny in splendida forma non finiva di sorprendere per quel suono fluido e pulito che riusciva a far “sgorgare” dalle sue chitarre. Che suoni in quartetto o da solo, Metheny riesce a toccare le corde del cuore dei suoi numerosi fans. E se ad accompagnarlo sono Lyle Mays, alle tastiere, Steve Rodby, al basso e al contrabbasso, ovvero due terzi dello storico Group, ed Antonio Sanchez, alla batteria, tutto assume contorni ben definiti, perché questa del quartetto è la “palestra” che lo stesso Metheny predilige.
E’ difficile scegliere le cose migliori del repertorio presentato in questo live set, ma indimenticabile sarà il momento in cui Metheny ha imbracciato la “Pikasso guitar” per eseguire una intensa ed emotiva “Into the dream”. Quella che per alcuni è “una chitarra strana” è “semplicemente” un incrocio del kyoto, della chitarra acustica e dell’arpa, che con le sue 42 corde richiede una tecnica particolare ed una perfetta padronanza dello strumento. E’ stato questo un vero momento da sogno continuato nel bis allorquando con un boato è stato accolto uno dei brani più amati dai fan del chitarrista americano. “Minuano (Six Eight)” è stato l’ultimo regalo di Metheny al suo pubblico. Con l’ultima nota tutto lo scenario è sembrato ricomporsi come se tutto fosse stato un sogno.
La festa era finita. Stranamente il secondo bis non veniva concesso e qualche brano è stato cancellato dalla scaletta, ma nonostante tutto durerà a lungo nelle memorie dei presenti il ricordo di una magica serata.

La band:
Pat Metheny, chitarre
Lyle Mais, tastiere
Steve Rodby, basso, contrabbasso
Antonio Sanchez, batteria

(Foto per gentile concessione di Antonio Elia)
(Pubblicato su Musicalnews.com il 29/07/2010)

Link:
http://www.musicalnews.com/articolo.php?codice=19413&sz=4

Print Friendly, PDF & Email

Leave a Response