Biagio Izzo: “In ‘Balcone a 3 piazze’ non mancheranno i colpi di scena”

Attore comico è una definizione che poco rende giustizia al suo essere artista completo. Biagio Izzo riesce a esprimere le sue eccellenti doti recitative grazie ad una poliedricità fuori dal comune. L’attore napoletano, durante la sua lunga carriera, ha interpretato anche ruoli drammatici senza rinnegare la sua innata verve comica. Attualmente è in tour nei teatri con la commedia “Balcone a 3 piazze”, con la quale stasera si esibirà al Teatro Comunale di Catanzaro, nell’appuntamento conclusivo della stagione teatrale organizzata da AMA Calabria. Al suo fianco sul palcoscenico ci saranno Mario Porfito, Carla Ferraro, Roberto Giordano, Adele Vitale e Ciro Pauciullo con i quali confermerà di essere una delle icone del teatro partenopeo.

Puoi definire “Balcone a 3 piazze”?
È una commedia degli equivoci, pieno di sorprese, colpi di scena, curiosità, che intriga molto il pubblico. E’ una commedia molto semplice, ma molto divertente.

La curiosità dell’attesa è enorme. Puoi anticipare qualcosa della trama?
Siamo all’antivigilia di Natale, c’è una bufera di neve a Napoli, una cosa mai successa e inusuale. Vengono bloccati treni e aerei, che impedisce a una coppia di andare a Milano, costringendoli a rimanere a casa. La moglie si arrabbia e dal balcone arriva un signore che dice di essere l’amante della vicina. Lo faccio entrare in casa e da qui incominciano a nascere tutti gli equivoci. Tutti i personaggi man mano entreranno da questo balcone e attraverso una serie di vicissitudini si arriva a un finale molto particolare, che farà capire al pubblico il vero significato di questa tempesta.

E’ una commedia che rispecchia i canoni del teatro napoletano.
Certamente. I canoni sono quelli, però è una commedia nazionale, ambientata a Napoli ma che si potrebbe svolgere in qualsiasi altra parte del mondo. I canoni sono quelli della commedia napoletana, così come anche la psicologia e la filosofia. In fondo il teatro di Eduardo De Filippo ci insegna molto, il suo neorealismo proveniva dalle strade di Napoli. Questa è una città di grande ispirazione ed è una fucina di idee.

Ci sono nuove leve che possono aggiungersi al vostro teatro?
Questo che lo auguriamo. Il teatro non deve morire e non morirà mai, ne è la dimostrazione che dopo la pandemia si pensava che le persone non sarebbero più venute a teatro. Invece c’è stata una grande ripresa. Il teatro non morirà mai perché la vera arte. Il vero potere emozionale sta nel teatro. Più che nuovi attori servirebbero degli autori perché oggi è veramente difficile trovare dei testi all’altezza della situazione e noi fatichiamo tanto a trovare nuovi testi interessanti. Speriamo che le nuove leve possano sopperire a questa mancanza.

Tra teatro, cinema e televisione, qual è il Biagio Izzo che preferisci?
Io faccio i sacrifici per fare teatro, ho condizionato la mia vita artistica per tutto questo. Ho iniziato tanti anni fa con un duo comico, Bibì & Cocò; facevo spettacoli durante i matrimoni, le feste popolari, non mi mancava niente. L’amore per il teatro mi ha portato a fare tanti sacrifici e ne sono orgoglioso perché oggi posso essere fiero di avere una mia compagnia da diversi anni. Il teatro lo fai con amore, con passione altrimenti non lo puoi fare perché i sacrifici sono tanti, però vieni ripagato dall’amore del pubblico.

Oltre all’amore che ricevi dal pubblico c’è anche un senso di divertimento in quello che fai?
Sicuramente. Se quello che faccio in televisione, al cinema o in teatro non mi diverte evito di farlo. Il mio divertimento è lo stesso del pubblico. Per poter fare questo mestiere bisogna essere anche dei Peter Pan.

Questo accade anche con Francesco Paolantoni in “Stasera tutto è possibile”.
Tra noi c’è una grande amicizia e grande rispetto. Ci vogliamo bene, ci conosciamo da tanti anni e oltre al lavoro ci frequentiamo anche al di fuori. Trovare dei veri amici in questo ambiente è veramente difficile. Con Francesco è un’amicizia che va al di là del semplice rapporto di lavoro.

Hai sempre detto di dover ringraziare Gianni Boncompagni per averti dato una svolta professionale.
Sì, con lui c’è stato il passaggio a quello che sono oggi. Quello che potrei definire il Biagio Izzo nazionale inizia nel 1997 con “Macao” grazie a Boncompagni che mi scelse per quel programma, dandomi una nuova possibilità. Quella che cercavo da tempo. Poi con Maurizio Costanzo per più di cinque anni ho fatto il Maurizio Costanzo Show, tre anni di Buona Domenica. Entrambi hanno creduto in me, dandomi una grande gioia e facendomi consolidare a livello nazionale. Ho sempre creduto nelle mie capacità, dedicandomi con grande rispetto per le opportunità che mi sono state concesse e questa è stata la giusta ricompensa.

Hai partecipato a film di Natale che sono diventati dei cult.
Sono film all’insegna del divertimento, usi e costumi degli italiani. Un po’ mi dispiace che non ci sia più il cinepanettone, però i tempi cambiano e bisogna essere sempre al passo coi tempi.

Il tuo ruolo ne “I fratelli De Filippo” ti fa vedere in una veste nuova, quella del “cattivo”.
Questo è il pubblico che giudica quello che vede. Se fai delle cose comiche le persone ti reputano un comico e non un attore che può fare altro. Io credo di saper fare anche altre cose e, grazie a Sergio Rubini, ho avuto l’onore di interpretare Vincenzino Scarpetta, che è stato l’orgoglio del teatro napoletano come Eduardo. Far parte di un film del genere, che racconta la storia del nostro teatro, per me è stato un grande orgoglio. Io ho sempre voluto interpretare altri ruoli, perché se si rimane imprigionato nel personaggio che vedono in televisione, il pubblico pensa che puoi fare solo il comico, mentre l’attore deve essere a 360°.

C’è una predisposizione alla comicità da parte degli attori?
Certo, per forza, una predisposizione alla comicità nasce insieme a te. Dico sempre che attore si nasce, poi con le esperienze puoi migliorare e cambiare, ma si nasce con la passione. Io da piccolino ho sempre voluto fare questo mestiere e mi auguro di farlo per tanti altri anni ancora. E’ la mia gioia. Io sono contento così. E’ anche un modo per capire fin dove posso arrivare con le mie capacità, se ho un limite. E’ sempre bello confrontarsi con nuove situazioni, è sempre una sfida con sé stessi. Mettersi in discussione e non mettersi su un piedistallo fa crescere e migliorare.

E’ più difficile essere attore drammatico o comico?
Far ridere non è semplice, ma è anche complicato far piangere perché si può diventare patetici. Emozionare una persona non è così facile, non è la situazione, è il potere emozionale che devi dare nell’interpretazione e quello non è da tutti.

Che rapporto hai con Napoli?
Di amore, io amo questa città. La amo tutta e sono convinto che se vuoi aiutare la tua città ci devi rimanere, devi investire sulla tua città. Di Napoli bisogna accettarne il bene e il male.

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