“Meglio i Beatles o i Rolling Stones?”, Gino Castaldo cerca di dare una risposta all’eterna domanda

BEATLES E ROLLING STONES. APOLLINEI E DIONISIACI
Gino Castaldo
(Einaudi Editore)

“Meglio i Beatles o i Rolling Stones?”. Da oltre mezzo secolo questa domanda dalla difficile risposta si è tramandata per generazioni. Quasi un dilemma che Gino Castaldo cerca di risolvere nel suo libro Beatles e Rolling Stones – apollinei e dionisiaci, pubblicato da Einaudi.

Il percorso delle due band è noto a tutti ma, nonostante tutto, Castaldo attraverso un attento parallelismo cronologico riesce a mettere un po’ di ordine raccontando storie e aneddoti, che dimostrano quanto le due band non possono essere sacrificate sull’altare di una mera preferenza musicale. Beatles e Rolling Stones appartengono al medesimo scenario di rinnovamento della cultura giovanile degli anni sessanta. Un periodo che ha visto entrambe le band protagoniste.

Castaldo sottolinea i due diversi approcci a quel mondo che stava cambiando, definendo apollinei i Beatles, per la loro immagine di bravi ragazzi, e dionisiaci gli Stones, per la loro precisa volontà di mostrarsi come ragazzi poco raccomandabili. Una immagine, quest’ultima, che ha trovato riscontro nella frase scritta da Ray Coleman in un articolo pubblicato dal Melody Maker: “Would you let your sister go with a Rolling Stone? (Lasceresti uscire tua sorella con un Rolling Stone?)”. La risposta di una nazione intera fu un ovvio “No”. Nonostante tutto, l’amore per loro fu immediato e clamoroso. La strategia di Andrew Loog Oldham, manager delle Pietre Rotolanti, ebbe l’effetto sperato.

Melody Maker

La band di Jagger si sarebbe differenziata da quella dei baronetti dalla faccia pulita anche nei loghi delle due label, la Apple e la Rolling Stones Records. La prima raffigurava sul lato A una mela e sul lato B la stessa tagliata a metà, “un verde simbolo di assoluti biblici e naturali”; la seconda era rappresentata da una “linguaccia lussuriosa e sfrontata, ideata da John Pasche, ideale mix tra “le labbra di Jagger e la lingua della dea Kalì”.

In Beatles e Rolling Stones – apollinei e dionisiaci non poteva essere taciuta la differente importanza avuta dai rispettivi manager delle band. “Brian Epstein discreto e signorile, Oldham eccentrico e protagonista”, due figure opposte che gettarono le basi per una storia che avrebbe generato due miti della musica rock. Curiosa la coincidenza che ha visto entrambi terminare il loro rapporto lavorativo nello stesso anno, il 1967, per motivi diversi. Epstein fu trovato morto nella sua abitazione a Londra, Oldham venne licenziato dagli Stones per il suo eccessivo uso di sostanze stupefacenti e per il suo disinteresse a curare i loro affari.

Non è l’unica differenza che Gino Castaldo sottolinea nel suo libro. “I Beatles suonano rock’n’roll e soul, mentre i Rolling Stones sono dichiaratamente blues”, un aspetto non di poca rilevanza che creò una “rivalità” commerciale e nei gusti dei fan, ma che come lui stesso rileva non esisteva nei fatti. Può sembrare pura follia, mai Rolling Stones devono molto ai Beatles, avendone seguito le orme sin dall’inizio. Se pur le influenze musicali erano diverse, Castaldo riesce a dimostrare che tra i “contendenti” esistevano molti punti in comune.

Gino Castaldo

Fu grazie a George Harrison che i Rolling Stones furono messi sotto contratto dalla Decca Records e, successivamente, durante una crisi creativa, John Lennon e Paul McCartney “regalarono” ai loro “nemici” “I wanna be your man”, uno “scarto” che finì al dodicesimo posto della classifica dei singoli.

Agli inizi lo sguardo di Jagger & co. era interessato alle mosse dei quattro “scarafaggi” per lo sviluppo della loro carriera, che pensavano durasse solo un anno. I fatti raccontati dal giornalista evidenziano che i Beatles arrivano sempre prima dei colleghi londinesi, e non solo. Nel 1962, raggiungono il successo planetario con una fantastica tripletta di 45 giri come “Please please me”, “Love me do” e “She loves you”. Gli Stones ci riescono solo dopo tre anni, nel 1965, con la canzone che gli stessi Lennon e McCartney avrebbero voluto comporre. (I can’t get no) Satisfaction, grazie al micidiale riff della chitarra di Keith Richards, sarebbe diventata una pietra miliare dell’intero panorama rock.

Notevole la differenza nell’idea di fare musica. L’aggressività degli Stones faceva da contraltare alle armoniose composizioni dei Beatles. Una differenza che li portava a essere considerati in maniera diversa, soprattutto dopo la decisione della band di Liverpool di non esibirsi più in pubblico. Se i Fab Four decidono di “chiudersi” in studio per sperimentare nuove soluzioni musicali, Jagger & co. scelgono la strada dei concerti dal vivo, restando fermi sulle loro posizioni iniziali, quelle del blues a loro tanto caro.

Una scelta che forse ha definitivamente spinto a formulare la fatidica domanda “Meglio i Beatles o i Rolling Stones?”. Io preferisco i Beatles. Anzi no, meglio i Rolling Stones. Nel continuo ed eterno dubbio, è meglio affidarsi alla saggezza di Mauro Lusini e Franco Migliacci che composero una inequivocabile “C’era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones”.

Bibliografia:
1990 – Dizionario della canzone italiana, 3 vol. (Armando Curcio Editore)
1994 – La Terra Promessa. Quarant’anni di cultura rock (Feltrinelli)
1996 – La mela canterina. Appunti per un sillabario musicale (Minimum Fax)
2004 – Blues, Jazz, Rock, Pop. Il Novecento americano (con Ernesto Assante) (Einaudi)
2007 – 33 dischi senza i quali non si può vivere. Il racconto di un’epoca (con Ernesto Assante) (Einaudi)
2008 – Il buio, il fuoco, il desiderio. Ode in morte della musica (Einaudi)
2009 – Il tempo di Woodstock (con Ernesto Assante) (Laterza)
2011 – Music:box. Quando i grandi fotografi raccontano la musica (Contrasto)
2014 – Beatles (con Ernesto Assante) (Laterza)
2018 – Il romanzo della canzone italiana (Einaudi)
2021 – Lucio Dalla (con Ernesto Assante) (Mondadori)
2022 – Beatles e Rolling Stones. Apollinei e dionisiaci (Einaudi)

(Pubblicato il 10/06/2022 su Notizie di Spettacolo)

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