“Shamal Wind”, il suono caldo di Chip Wickam

CHIP WICKAM
“SHAMAL WIND”
(Lovemonk)

Lo Shamal è un vento caldo e secco che spira di frequente tra l’Arabia Saudita, l’Iraq, il Kuwait e i paesi dell’area del golfo Persico. Caratterizzato da violente tempeste di sabbia è causa di continui cambiamenti nella zona desertica. Una immagine perfetta per Shamal Wind che mette in evidenza la sua idea di musica mai ferma su sé stessa e una fervida vena compositiva che esalta le doti di musicista di Chip Wickam.

Un sound groovalicious, contagioso per i suoi continui cambiamenti, dai tratti retrò,  che suona come un disco pubblicato negli anni ‘60/’70, non una diminutio che ne compromette la  qualità bensì un pregio inatteso per chi non va necessariamente alla ricerca di nuovi modelli che porterebbero lontano dal concetto stesso pensato da Wickam per Shamal Wind. L’onda meditativa, tipicamente mediorientale, del brano d’apertura che dà il titolo all’intero lavoro e di The Mirage, con l’intervento dell’ospite Matthew Halsall alla tromba, in cui appare evidente l’influenza di un maestro come Yusef Lateef, contrastano con gli altri quattro brani up-tempo che, pur se differenti nella loro concezione, non creano un solco invalicabile.

Il soul jazz di  Snake Eyes, Barrio 71, Rebel No. 23, quest’ultimo con un pregevole intervento di Gabri Casanova al Wurlitzer, e l’hard bop di Soho Strut si combinano perfettamente tra loro rendendo interessante l’ascolto anche ai neofiti. In questa combinazione di suoni il groove di Shamal Wind diventa contagioso. Risultato ottenuto grazie ad una band che da anni lavora con Wickam. Importante il supporto di Ton Risco, al vibrafono, e Phil Wilkinson, al pianoforte, per i quali è inevitabile pensare alle “lezioni” ricevute dai numerosi ascolti degli album dei Maestri Roy Ayers e Les McCann. Accanto a loro la preziosa sezione ritmica formata da David Salvador, al contrabbasso, Antonio Alvarez Pax, alla batteria, e David El Indio, alle percussioni. Shamal Wind pur se con i suoi riferimenti al passato può essere considerato un album con cui guardare al futuro.

Tracklist:
1. Shamal Wind
2. Snake Eyes
3. Soho Strut
4. The Mirage
5. Barrio 71
6. Rebel No. 23

La band:
Chip Wickam, flauto, flauto contralto, sassofono baritono
Ton Risco, vibrafono
Phil Wilkinson, piano
David Salvador, contrabbasso
Antonio Alvarez Pax, batteria
David el Indio, congas, bongos, campana e percussioni
Matthew Halsall, tromba (su The Mirage)
Gabri Casanova, pianoforte Wurlitzer (su Rebel No.23)

Discografia:
2017 – La Sombra (Lovemonk)
2018 – Shamal Wind (Lovemonk)

(Pubblicato il 7/02/2019 su MusicalNews.com)

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