Gli Osanna al Museo del Rock di Catanzaro. Negli anni settanta, con la musica cambiava anche l’Italia

OSANNA E GIANNI LEONE
Museo del Rock – Catanzaro
20/05/2017

Ci sono storie da conoscere, frammenti di un periodo appartenente ad una Italia che musicalmente stava cambiando. All’inizio degli anni settanta, quando la beat generation stava oramai tramontando, il

rock progressivo prendeva forma sviluppando un modo diverso di fare musica. Non più brani brevi ma suite dalla lunga durata con arrangiamenti sontuosi e più complessi, a volte supportati dalle orchestre.

Il Museo del Rock di Catanzaro sta sempre più diventando il luogo in cui ascoltare le storie di quel cambiamento e di un passato mai troppo dimenticato. Sabato sera ospiti d’eccezione gli Osanna per uno show case in cui è stato presentata la pubblicazione di Pape Satàn Aleppe, che di recente è stato pubblicato in doppio vinile. Insieme alla band di Lino Vairetti, l’estroso Gianni Leone, componente di un altro gruppo storico del prog italiano: Il Balletto di Bronzo.

Introdotti da Piergiorgio Caruso, deus ex machina del Museo, Lino Vairetti (unico superstite della formazione degli Osanna) e Gianni Leone hanno raccontato alcune delle storie vissute negli anni in cui erano tra i principali protagonisti della scena rock italiana. Dalla figura importante di Raffaele Cascone, “procacciatore” della musica che li avrebbe influenzati e che lui stesso acquistava a Londra, ma anche del distorsore utilizzato dai Rolling Stones in (I can’t get no) Satisfaction acquistato dallo stesso giornalista, al loro incontro casuale avvenuto a Napoli «nella funicolare che portava a San Martino».

Non solo le parole sono state protagoniste della serata tutta dedicata al prog. La musica degli Osanna ha riportato i numerosi presenti indietro negli anni, anche se della formazione originale è presente il solo Vairetti. Ma la nuova band non ha nulla da invidiare a quella precedente. Pako Capobianco, alla chitarra, Gennaro Barba, alla batteria, Nello D’Anna, al basso, Sasà Priore, alle tastiere. Assente all’appuntamento per malattia Irvin Vairetti. Ognuno di loro contribuisce al suono degli Osanna con una spiccata personalità e con una tecnica eccelsa.

Privi del trucco che li caratterizza da anni quando sono su un palco vero, gli Osanna hanno iniziato lo show case con Fuje ‘a chistu paese, uno dei brani classici del loro repertorio. Le sonorità conosciute non sono sembrate disperse nel tempo, i loro timbri sono caratteristici di un modo di fare musica che li rende inconfondibili a dispetto del tempo che passa.
C’è, ovviamente, molto della loro terra, di quella città dai mille volti che è Napoli. Vairetti e compagni non rinnegheranno mai le loro origini e la forza che traggono da una città che esprime una cultura infinita. La conferma di questo amore è Palepoli, capolavoro assoluto della musica prog, e durante l’esecuzione di Oro caldo e l’introduzione di Animale senza respiro tutto ciò è apparso evidente.

Di grande effetto l’esecuzione de L’uomo. La forza e l’impatto di questo brano, tratto dal loro primo album, aumentano quando Pako Capobianco si lascia andare in un assolo-tributo a Stairway to heaven dei Led Zeppelin e quando lo stesso Vairetti interpreta Purple Haze di Jimi Hendrix Experience.

Non solo furia rock ma anche attimi di grande delicatezza con i brani Padroni della guerra e There will be time, quest’ultima introdotta da Ti ritroverò il cui testo è stato composto da Vairetti in memoria di Francesco Di Giacomo, compianto cantante del Banco del Mutuo Soccorso, che ha ricevuto un sentito applauso dai presenti quando è stata eseguita una commossa versione di Non mi rompete.

Tra tanto “sano” rock si è inserito l’impeto di Gianni Leone. Presenza addirittura “esplosiva” in Everybody’s gonna see you die suonata insieme agli Osanna. I suoni emessi dalla sua tastiera richiamavano il primo Ken Hensley degli Uriah Heep, accentuati da una personalità estrosa che da sempre lo contraddistingue. La seconda esecuzione dello stesso brano ha chiuso una serata che gli amici del Museo del Rock ricorderanno a lungo.

(Foto di Francesco Lucia)
(Pubblicato su Gazzetta del Sud il 23/05/2017)

La band:
Lino Vairetti, voce e chitarra
Pako Capobianco, chitarra,
Sasà Priore, tastiere
Gennaro Barba, batteria
Nello D’Anna, basso

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