Un genuino blues elettrico e puntuali citazioni stilistiche

_DSC2376 - CopiaCarvin Jones
“Le Querce Jazz & Blues Fusion”
Country Club Le Querce – Sarrottino (Catanzaro)
29/04/2016

Un cappello che ricorda Stevie Ray Vaughan, uno dei suoi idoli, e la sua fedele Stratocaster nera del ’62 che suona

meravigliosamente bene, ma che a guardarla da vicino mostra tutti i suoi anni. E’ così che venerdì sera Carvin Jones si è presentato al penultimo appuntamento de “Le Querce Jazz & Blues Fusion”.

Preceduto da esaltanti commenti di illustri colleghi come Eric Clapton, Buddy Miles e Albert Collins, ma anche da “Guitarist Magazine”, rivista tra le più autorevoli nel campo della critica musicale, il chitarrista texano non poteva che suscitare curiosità tra gli amanti del rock blues accorsi numerosi al country club “Le Querce” di Sarrottino. E l’estroso chitarrista nero certamente non ha deluso.

Una impronta decisamente rock blues al quale “One gear”, brano di apertura del concerto non sfugge. Quella di Jones è una lettura del blues in chiave decisamente elettrica, alla maniera di Jimi Hendrix e del già citato Stevie Ray Vaughan. Nonostante le molteplici influenze “assorbite” nel corso degli anni, sono evidenti le “citazioni” stilistiche figlie di un amore incondizionato per questi artisti. Tutto ciò viene confermato dalle riletture di “Purple haze” di Hendrix e di “Mary had a little lamb” nella versione di Vaughan. Di quest’ultimo ha anche accennato il lungo intro della seducente “Tin Pan Alley”.

Jones è personaggio che sa farsi amare anche per la leggerezza con cui si mostra al pubblico. Si diverte e lo mostra sorridendo per tutta la serata. Durante i suoi assolo coinvolge il pubblico camminando tra loro, “eccitandoli” con le sferzate della sua chitarra incendiaria, la cui ombra lunga degli ZZ Top appare quando esegue “La grange”, classico del trio texano.

Quello proposto nella scaletta è un blues corposo, autentico ed immediato. Merito anche di Joe Edwards, al basso, e Levi Velazquez, alla batteria, compagni di un ideale viaggio per le strade dell’America. Un power trio che si è abbandonato tra le “braccia” del blues suonato con passione incredibile e sincera. Come non dondolarsi al suono di “Boom boom” di John Lee Hooker o di “Carvinator” e “I’m what you need”? Impossibile.

Non solo blues, ogni attimo della serata ha riservato delle sorprese. E’ successo quando la sezione ritmica ha dato vita ad un breve duetto interpretando una bizzarra versione di “When the Saints go marchin’ in” e subito dopo quando tutta la band si è lasciata andare ad un accenno di “Seven nation army” dei White Stripes. Il ritmo sfrenato e il ricordo dei Mondiali di calcio del 2006 hanno aumentato la temperatura.

Robert Johnson, Elvis Presley, Chuck Berry e Ray Charles, eroi di un tempo andato, hanno fatto saltare il “banco”. “Sweet home Chicago”, “Money honey”, “Johnny B. Goode” e “What i’d say” sono state il momento più incandescente del concerto. Anche se per la gioia del pubblico il rap “Tell me how you like it” è stato l’ultimo atto di “follia” generale. Nessuno stupore se, come dichiarato dallo stesso Carvin Jones, tra i suoi preferiti fanno capolino anche personaggi come Eminem e 50Cent, apparentemente lontani dal suo mondo.
“Le Querce Jazz & Blues Fusion” si concluderanno il 27 maggio con Jake Walker, ambasciatore del blues di New York City.

La band:
Carvin Jones, chitarra elettrica
Joe Edwards, basso
Levi Velazquez, batteria

(Pubblicato l’1/05/2016 su Gazzetta del Sud)
(Foto per gentile concessione di Antonio Raffaele)

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