Mimmo Crudo: “Con OndAnomala la voglia di tornare a fare musica insieme con Francesca e Checco Salerno”

Ondanomala6_1Per OndAnomala un ritorno al passato guardando verso il futuro. Il nuovo progetto di Mimmo Crudo e Lady “U”, negli ultimi mesi si è fatto apprezzare con l’album “Tu ci sei”, caratterizzato da una forte componente new wave che si incrocia con evidenti spunti di musica folk e tracce di musica rock. In questo vortice di contaminazioni i testi intensi e sofferti di Francesca Salerno convivono con le elaborate “miscele” sonore di Mimmo Crudo. “Tu ci sei” è un lavoro sapiente e

ricercato in cui i due opposti si attraggono e si respingono al tempo stesso ed in cui la voce calda ed espressiva di Lady U si “adagia” perfettamente sugli arrangiamenti creati da Mimmo Crudo, mettendo in evidenza una vitalità d’altri tempi che nasce da due mondi contrapposti. A farci entrare nel mondo di OndAnomala è proprio l’ex bassista de Il Parto delle Nuvole Pesanti.

Intorno alla fine del 2014, in maniera inattesa, tu e Francesca “Lady U” avete inciso “Acikof dance”. A distanza di un anno avete pubblicato l’album “Tu ci sei”. Cosa vi ha spinti a realizzare un progetto che desse continuità al singolo?
Direi la voglia di tornare a fare musica insieme con Francesca e Checco Salerno. La situazione musicale… artistica in generale stagnava e la situazione nel Parto delle Nuvole Pesanti era infelice… secondo me! “Acikof” è la rielaborazione in modo “sperimentale” di una linea di basso antica, del periodo Uvistra. Mi interessava andare oltre le solite contaminazioni, così ho provato con “Acikof Dance” coinvolgendo Francesca a sciogliere parole nella tessitura fitta e ripetitiva del ritmo. Il disco è arrivato solo un anno dopo per via della lavorazione laboriosa dei brani, la ricerca dei musicisti giusti e della post-produzione

Ricordo bene che negli anni ottanta tu, Francesca e Checco, insieme ai fratelli Saverio e Carlo Cefaly, avevate dato vita alla band Uvistra che aveva ricevuto sin dall’esordio notevoli consensi di pubblico e critica. Poi altre esperienze vi hanno diviso. Oggi è giusto considerare OndAnomala come la ripresa di quel vecchio progetto?
Direi di si! Più che altro mi interessava cercare l’istinto e l’entusiasmo che ci animava quando eravamo giovani. Certo anche la mancata maturazione di quel progetto mi ha spinto a rivedere quella modalità stilistica semplice e istintiva. Ma più di tutto la voglia di condividere nuovamente la musica e il palco con Checco e Francesca.

In effetti nell’intero album sono evidenti sonorità anni ottanta alle quali avete aggiunto strumenti come il violino e il violoncello che negli Uvistra non apparivano.
“Anomala” infatti è stata la nostra esperienza primordiale e “anomala” doveva essere la ripresa… richiamando amici che, nel frattempo, non si dedicavano alla musica in modo “professionale”. Sì, molti brani, e anche la cifra stilistica principale, richiamano quella contaminazione tra New wave e rock mediterraneo. Rivisti con suoni e modalità che ho sommato negli oltre 20 anni di esperienza col Parto e con i tanti collaboratori che ho incrociato. Gli archi e il synth riescono a fornire l’ evocazione che mi ha sempre interessato e coinvolto. Non solo per gli arrangiamenti musicali ma anche per l’importanza che ritenevo più giusto dare ai testi di Francesca.

Quanto la prematura scomparsa di Checco ha cambiato musicalmente il vostro lavoro?
Qui tocchi la carne viva… Checco era il mio più grande amico, dovevamo suonare e invecchiare insieme! Ora faccio i conti con l’energia e l’entusiasmo che vanno su e giù… infatti stiamo prendendo la strada della promozione con lentezza e con un certo distacco. Per certi versi voglio portare in giro il progetto anche per Checco ma non nego che esiste una certa difficoltà. Stiamo ancora metabolizzando quella che io considero una vera e propria amputazione. Musicalmente Checco è parte fondamentale di questo progetto. Abbiamo scritto insieme le musiche di quasi tutti i brani ed ha registrato la sua chitarra nel disco.

I testi di Francesca appaiono molto tristi.
I testi erano il riflesso di uno sguardo sensibile sulla realtà e la condizione umana e questo, ahimè, non è cambiato. Posso dirti che, probabilmente, la dimensione umana è peggiorata e la percezione del mondo è angosciosa… insomma i testi potrebbero essere stati scritti lo scorso anno, ma c’è anche l’effetto “dark” che già negli anni ’80 contaminava sia lo stile musicale che la tradizione della realtà. Un pezzetto di tutto ciò che vivevamo allora è ancora vivo e si manifesta oggi.

“Fuori è buio” mi sembra la canzone in cui, ancor più che nelle altre, traspare il desiderio di aprirsi a melodie più morbide e malinconiche rispetto al periodo Uvistra.
Questo è un brano particolare, antico come noi, ma è un brano che ho completamente riarrangiato. Frutto di una domenica mattina un po’ triste, giocando con la tastiera midi ho abbozzato la melodia che si ripete sempre nel brano. Mi piaceva molto e credo che manifesti bene quel misto di dolce e malinconico che ritengo appartenga un po’ a tutti noi. Poi ho modificato anche la posizione del testo nella struttura, dando enfasi al “ritornello” e svuotando l’ambiente posizionandolo in modo non certo canonico.

In “Tu ci sei” avete inserito “Salta Anita. Salta!” brano scritto appositamente per “Musica contro le mafie”, iniziativa partita dalla Calabria che ha ottenuto grande riscontro in tutta Italia e alla quale hanno partecipato nomi di rilievo del nostro panorama musicale. E’ il segno che la nostra terra è in fermento, nonostante l’apparente stato di fermo?
“Salta Anita. Salta!” è il brano nuovo dell’album, insieme a “Tu ci sei” e alle due versioni di Acikof (per quanto queste sono frutto di rievocazioni). Mi piace molto perché credo che abbiamo dato un senso musicale che, nonostante le apparenze, mi appare originale. Un po’ folk americano, un po’ forma canzone classica. “Musica contro le mafie” è una manifestazione importante di alcune realtà e persone che si muovono bene e infatti sono riusciti a dare un “richiamo” nazionale. Mi fa piacere ma starei cauto nel definirlo un motivo di rinascita o cose simili! Certo nelle nuove generazioni c’è una consapevolezza più diffusa, tanti giovani restano o tornano in Calabria e muovono qualcosa ma la situazione nella sostanza non è molto cambiata. Chi muove i fili, quelli che hanno mortificato e bloccato il corso della civiltà, acculturazione e scolarizzazione, sono ancora lì.

La vostra etichetta MK Records è calabrese ed è un esempio della voglia di fare musica nella nostra regione.
Sì, musicalmente penso che ci sono tante buone realtà. MK ha colto queste potenzialità. Si trova nel cosentino che è un area privilegiata rispetto ad altre aree. Molti gruppi e cantanti che sono con MK risiedono e lavorano a nord e questo, insieme a “Musica contro le Mafie”, ha aiutato ad essere presenti nel territorio nazionale.

E’ inevitabile che io parli del Parto delle Nuvole Pesanti. Cosa ti ha spinto ad abbandonare un gruppo a cui avevi dato molto?
Come dicevo, non ero più spinto da istinto e condivisione creativa. A mio modo di vedere non riuscivamo a riaccendere quella scintilla istintiva per dire cose nuove. Dopo avere provato e riprovato inutilmente a dare una spinta nella direzione opposta, ho deciso di intraprendere una strada diversa Ho trovato più stimolante guardare al futuro per provare a costruire qualcosa di nuovo. Ora penso che il prossimo episodio di OndAnomala deve guardare al futuro, anche se c’è ancora tanto del passato che vogliamo “risvegliare”. Devo dire che continuo a collaborare col Parto. Ogni tanto con loro faccio dei concerti e soprattutto curo le registrazioni, ultima delle quali è la colonna sonora del documentario del Parto “Terre di Musica” e del videoclip.

Ritengo che la voce di Francesca sia l’ideale espressione dei suoi testi, e sia perfetta per le tue musiche. Quanto, la sua presenza, ti permette di esplorare nuove soluzioni musicali?
Sono d’accordo con te. Francesca guarda nella mia stessa direzione e abbiamo un modo un modo simile di “sentire” la vita e la realtà. Io vivo a Bologna e Francesca in Calabria, questo può essere un problema ma noi ci proveremo. Ho nuove idee, frutto degli ultimi due anni di “libertà” creativa e alcune di queste idee sono state vagliate per la voce e la poetica di Francesca. Spero che i nostri full time, immersi nella natura calabra (ma anche nel mio studio di registrazione bolognese) diano frutti nuovi e saporiti.

Tracklist:

1. Tu ci sei
2. Salvati
3. Salta Anita, salta!
4. Tunnel
5. Cori umani
6. Le cose che mi restano
7. Stringimi
8. Acikof dance
9. Acikof song
10. Fuori è buio

(Foto di Paola Salerno per gentile concessione di MK Records)

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