Gli standard protagonisti con qualche nota originale

_DSC8928 cSebastiano Simonini Quartet
“Le Querce Jazz & Blues Fusion”
Country Club “Le Querce” di Sarrottino
11/03/2016

Il luogo è quello di sempre: caldo e accogliente. Venerdì sera al Country Club “Le Querce” di Sarrottino si è respirata una

bella atmosfera nel secondo appuntamento della rassegna “Le Querce Jazz & Blues Fusion”, giunto alla dodicesima edizione. Il Sebastiano Simonini Quartet già protagonista lo scorso anno, quando con la stessa formazione si erano esibiti con il nome di Interno 1 Jazz Band, è una band formata da quattro musicisti non professionisti accomunati dalla immensa passione per il jazz. Per quanto strana possa sembrare la scelta di cambiare denominazione è stata causata dal cambio di repertorio, oggi più legato al pianismo di Simonini.
Nel concerto i brani eseguiti sono stati scelti tra gli standard più conosciuti nel panorama mondiale jazzistico. Con l’introduttiva “So tender”, di Keith Jarrett, si è subito compreso che l’intenzione era quello di regalare emozioni purissime.
In quello che è sembrato il racconto di una vita vissuta ascoltando quei classici, i brani si sono staccati uno dall’altro con le pause in cui lo stesso leader si è intrattenuto con il pubblico in maniera confidenziale.
Il suono è stato costante. Nessun picco e nessun calo. Ogni brano è stato eseguito con devozione e applicazione per lo spartito originale, cercando di non “tradirlo” troppo.
Ascoltando le esecuzioni di “Maiden voyage”, di Herbie Hancock, “Waltz for Debbie” e “Peace piece”, di Bill Evans, “’Round midnight”, di T. Monk, e “Four on six”, di Wes Montgomery è stato chiaro quanto il quartetto si sentisse a proprio agio in questa dimensione.
Sicuramente ci si sarebbe aspettato qualcosa in più. Le uniche due composizioni originali “Senza titolo” e “Lamezia”, hanno dimostrato che la band è in possesso di spunti e idee interessanti e viene da chiedersi se quella di rinchiudersi dietro la quasi esclusiva esecuzione di celeberrimi standard non possa essere una “diminutio” delle loro capacità compositive, soffocando gli istinti evidenziati nei brani inediti e anche i quattro musicisti diventano schiavi della specializzazione cui si sono votati. Soprattutto nel brano dedicato a Lamezia Terme, punto di arrivo nella nostra provincia, si sono colte sfumature compositive degne di attenzione.
Nel finale le riletture di “Volare”, di Domenico Modugno, e di “Milestone”, di Miles Davis, con le quali salutano il pubblico che ha vissuto un’altra serata appassionata.

(Pubblicato il 13/03/2016 su Gazzetta del Sud)
(Foto per gentile concessione di Antonio Raffaele)

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