Fa spettacolo l’eterna altalena tra bugia e verità

TaxiADuePiazze“TAXI A DUE PIAZZE”
con Gianluca Guidi e Giampiero Ingrassia
Teatro Politeama – Catanzaro
03/03/2015

Due donne sul palcoscenico si muovono palesando una certa preoccupazione. In un ambiente unico che rappresenta due

abitazioni speculari, entrambe fanno una telefonata alla Polizia denunciando la scomparsa di Mario Rossi. E’ l’inizio di una giornata da incubo per il protagonista di “Taxi a due piazze”, commedia messa in scena martedì e mercoledì al Teatro Politeama di Catanzaro.

Uomo qualunque, come il suo nome sottolinea, il personaggio interpretato da Gianluca Guidi, ha deciso di dare alla sua esistenza un brivido in più: è bigamo, ovviamente a insaputa delle due mogli, Carla e Barbara. Mario per due anni ha gestito la sua vita calcolando orari e turni di lavoro.

Tutto diventa più difficile quando per un “insano” gesto di “eroismo”, riceve una botta in testa che lo costringe ad essere condotto in Ospedale. E’ lì che, in stato confusionale, dichiara gli indirizzi delle due residenze.

Da questo momento gag, equivoci geniali e situazioni paradossali saranno il terreno sul quale si muoveranno gli attori, ognuno all’altezza del ruolo assegnato. Su tutti la coppia Gianluca Guidi e Giampiero Ingrassia. Quest’ultimo nei panni di Walter Fattore, grazie ad una grande presenza scenica e ad una interpretazione di alto livello, cerca di coprire le spalle al fraterno amico.

Ma è Guidi a dettare i ritmi imposti dalla sceneggiatura. Il figlio di Johnny Dorelli è padrone della scena. Con i suoi movimenti continui e con la sua abilità interpretativa riesce a tenere viva l’attenzione del pubblico, che mostra a più riprese di gradire. Il merito di questa ennesima versione della commedia scritta da Ray Cooney è di mantenere l’anima della stesura originale.

“Taxi a due piazze” è una commedia in cui fraintendimenti e ambiguità esaltano la storia e i personaggi, ognuno dei quali, per necessità, alla fine ricopre un doppio ruolo. L’amico diventa fattore, la moglie Carla monaca, Barbara è il travestito Coccinelle, il brigadiere viene scambiato per un depravato. Ogni personaggio senza consapevolezza si ritrova a vestire panni non propri perchè trascinati dalle brillanti “invenzioni” del duo Guidi-Ingrassia.

Unico a non avere un doppio ruolo è l’inquilino del piano di sopra il quale mantiene la propria identità di gay. I suoi interventi sono delle brevi macchiette che rendono ancora più pepata ogni situazione. In questo stato generale di confusione, infedeltà e omosessualità vanno a braccetto senza mostrare segni di volgarità. Tutt’altro.

Nel finale di “Taxi a due piazze” l’inevitabile confessione di Rossi/Guidi che non viene creduto. Davanti a tante bugie è difficile che la realtà possa essere riconosciuta.

(pubblicato su Gazzetta del Sud il 5/03/2015)

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