Salemme vola sulle ali del teatro napoletano

DSC_0841“IL DIAVOLO CUSTODE”
con Vincenzo Salemme
Teatro Politeama – Catanzaro
22-23/03/2014

Alzi la mano chi non ha mai pensato di desiderare di ricominciare da capo la propria vita per porre rimedio ai problemi insorti. Indubbiamente un po’ a tutti è capitato di pensare che con una seconda possibilità si sarebbe potuto vivere la vita perfetta. Probabilmente nessun cambiamento avverrebbe, ma cercare di cambiare le proprie disgrazie, tramutandole in successi, sarebbe un tentativo da non trascurare. Il dubbio che solo un diavolo può insinuare.

Proprio intorno alla domanda «Vuoi vendere l’anima al diavolo per cambiare la tua vita per avere quei successi che finora ti sono mancati?» si sviluppa la storia della commedia “Il diavolo custode”, con cui Vincenzo Salemme è andato in scena al Teatro Politeama di Catanzaro nei giorni di sabato e domenica.

Dopo una breve presentazione dell’ambientazione, il suo “diavoletto tentatore” irrompe dalla platea nella vita di Gustavo, uomo semplice e senza pretese, ma soprattutto onesto. Una qualità che secondo la moglie, la figlia e il fratello non paga. Sono molti gli aspetti che rendono infelice la vita del protagonista. La sua situazione familiare è disastrosa, così come quella del suo “Bar Vespasiano”, nel quale «non entra nemmeno chi ha la prostata grossa come una noce».

E’ un Salemme in stato di grazia quello che si diverte a tentare il disgraziato protagonista, spingendolo anche a tradire la moglie. Ma non è solo lui ad entrare nella vita di Gustavo, L’attore napoletano riesce con profitto a rendere partecipe il pubblico, interrogandolo sulla decisione che dovrebbe prendere il malcapitato. Vuole conoscere il loro pensiero. Questo è l’attimo in cui la commedia vive episodi di grande ilarità improvvisata e non costruita. Gli spettatori “interpellati” diventano a loro volta protagonisti di quella che, a questo punto, sembra essere una seduta psicanalitica. Ed ecco tutti porsi il dilemma su quale sarebbe stata la propria reazione davanti a una simile proposta.

La finzione scenica lascia spazio alla realtà. Salemme fa meditare divertendo, ed è lui stesso a divertirsi andando a sollecitare il pensiero altrui. C’è grande allegria anche quando il “nostro” diavolo si trasforma nei personaggi storici, ammirati spesso in tv, come il postino con problemi di pronuncia, il funzionario statale con problemi deambulatori, e l’anziano vicino di casa, di recente “invenzione”

Ne “Il diavolo custode” c’è tutto il teatro napoletano, quello che fa ridere e riflettere al tempo stesso, lasciando il dubbio dentro di noi. La scuola di De Filippo e Totò è sempre presente. Anche l’idea di non dare una risposta alle scelte di Gustavo ne è un segno. Ognuno ha nel suo cuore la risposta, non è necessario che venga sollecitata dalla sceneggiatura.

In un ipotetico secondo atto, Salemme si lascia andare ad un lungo monologo. Parla del nostro modo di vivere il tempo che passa. «Una volta trascorrevamo il sabato aspettando solo che arrivasse la domenica. Oggi nello stesso giorno corriamo per fare cose che ci allontanano dalla nostra famiglia. Addirittura quando arriva il lunedì tutti siamo più contenti», parole sottolineate da grandi applausi e che hanno una verità amara.

Si sofferma anche sull’incapacità che alberga in ognuno di noi nel godere del momento, sul modo diverso di prestare attenzione alle cose più semplici. Riflette e continua a far ridere, anche, quando parla delle differenze tra l’universo femminile e quello maschile. Verità, osservate dal punto di vista maschile che non mancano di far ridere le stesse donne presenti. Pregi e difetti che suscitano l’ilarità di entrambi i sessi, che non riescono a trattenere le risate anche quando Salemme parla della maternità. Un modo ironico di dichiarare il coraggio delle donne che possiedono il grande dono della maternità. Ma è l’amore al centro di tutto. Il sentimento che dovrebbe essere al centro di ogni unione non può essere messo da parte. «L’amore per il proprio partner va mostrato ogni giorno e non può essere dato per scontato, perché in questo caso sarebbe la fine del nostro rapporto».

“Il diavolo custode”, può essere considerato solo per metà una commedia. Con questo spettacolo Vincenzo Salemme conferma che si può far riflettere utilizzando la leggerezza e allegria. A tutto ciò aggiungiamo le qualità eccelse di un interprete che come il vino migliora con il trascorrere del tempo.

(Pubblicato su Gazzetta del Sud il 24/03/2014)
(Foto per gentile concessione di Cosimo Simonetta)

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