Antonio Pascuzzo: “Per l’Atina Jazz Festival ho fatto come Garibaldi, rispondendo obbedisco”

678fotoUn’anteprima che riserva molte sorprese. Dal 7 al 19 marzo l’Atina Jazz Festival vivrà il primo atto della sua XXIX edizione, che avrà in Antonio Pascuzzo, leader dei Rossoantico, il nuovo direttore artistico che ha portato alcune novità.

E’ il tuo primo anno come direttore artistico dell’Atina Jazz Festival, come stai affrontando questa nuova esperienza?
Con curiosità ma anche grande slancio. Ero impegnato – e lo sarò ancora – alla produzione delvmio prossimo album, e intanto ho dovuto sospendere per qualche mese. Atina è un paese dove sono stato invitato a suonare per due anni consecutivi con i Rossoantico, per cui ho fatto come Garibaldi a Teano e ho risposto obbedisco

Puoi parlarmi dell’edizione attuale?
Posso presentati il cartellone dell’anteprima di marzo: 7 marzo Petra Magoni e Ferruccio Spinetti, 8 marzo Giorgio Ferrera Quartet, 19 marzo in diretta da Atina, su RAI Radio3, sarà la volta di Elina Duni. Quello estivo sarà molto ricco e sarà presentato all’Auditorium “Parco della Musica” di Roma nel mese di maggio, con cui siamo gemellati. E proprio questo gemellaggio, unico in Italia, è una delle belle novità di quest’anno.

Un accordo con un conservatorio è importante per l’interesse che dovrebbe coinvolgere gli studenti.
E’ un risultato straordinario, ottenuto grazie al clima di reciproca fiducia, alcuni dei miei musicisti con cui lavoro da decenni sono tra gli insegnanti del Conservatorio, altri tra gli allievi.

La crisi avrà colpito anche l’Atina Jazz Festival.
Sicuramente. Per le edizioni precedenti hanno avuto a disposizione budget fino a duecentomila euro, e facevano pagare il biglietto ai concerti, oggi disponiamo di un decimo e facciamo i concerti ad ingresso gratuito; io ho l’esperienza che mi deriva dall’aver gestito The Place, un piccolo club con 154 posti a sedere; non generava – ovviamente – incassi ragguardevoli, ma la cura nei dettagli in favore degli artisti, e del pubblico, ci ha consentito di ospitare i concerti di Vinicio Capossela, Michael Bublè, Pino Daniele, Francesco De Gregori, Chris Botti, e decine di altri.

Mi spieghi la formula del Do Ut Jazz?
Volentieri: la crisi economica non deve rappresentare un alibi per far le cose male; le iniziative culturali sono un volano per il turismo se questo è vero i primi a crederci saranno coloro che nel turismo hanno investito, ristoranti e alberghi ad esempio, dunque i concerti sono gratuiti. Poichè non li facciamo a San Siro i posti non saranno illimitati, chi andrà a mangiare in un ristorante di Atina potrà alzarsi da tavola 5 minuti prima e raggiungere il concerto dove il nostro staff conserverà il suo posto a sedere tutto gratuitamente; ma alberghi e ristoranti potranno trovare conveniente sostenerci ed è quello che sta accadendo

Quindi i privati sostengono l’iniziativa per incrementare il turismo…
Sì o vinciamo tutti oppure i musicisti continueranno a suonare come gli orchestrali del Titanic

E’ inevitabile, a questo punto, che io ti chieda delle attività che ti vedono coinvolto con i Rossoantico.
Il secondo album ha un’impronta decisamente più jazz, mi diverto molto in questo periodo a rivisitare il repertorio del primo album e quello che farà parte del prossimo con una formazione Manouche. C’è un suono delicato, i testi sono valorizzati dallo spazio che si crea, insomma mi piace molto, ma questo è il minimo.

Dovremo attenderci grosse novità dal tuo prossimo lavoro?
A far canzoni non si fanno rivoluzioni dice il maestro Guccini, e nel prossimo album c’è un pezzo che prende in giro il nostro voyerismo sulle rivoluzioni altrui mentre ci portano via tutto; Rossoantico, con tanti concerti è l’ambiente in cui è stato covato il primo album; non so voi ma io sicuramente mi aspetto molto, in termini di gratificazione e di qualità del lavoro.

(Pubblicato su MusicalNews.com il 7/03/2014)

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