“Cinecittà” rivive con i racconti di Christian De Sica

desica panella“CINECITTA'”
con Christian De Sica
Teatro Politeama – Catanzaro
18-19/02/2014

Cinecittà, la fabbrica in cui i sogni diventano realtà. Quante speranze realizzate e quante andate in fumo negli studi più famosi del Vecchio Continente.
I ricordi e le emozioni vissute nel mitico Teatro 5 sono state raccontate in due serate al Teatro Politeama di Catanzaro da Christian De Sica nello spettacolo dal titolo inequivocabile: “Cinecittà”.

Erano gli anni ’50 quelli in cui, il “piccolo” De Sica, respirava l’aria del teatro e del cinema accanto a personaggi che frequentavano casa sua e che lui rivedeva negli studi romani. Un mondo lo incantava e del quale lui stesso desiderava volerne far parte. E proprio da quel periodo De Sica ha iniziato a raccontare ciò che significava per molti giovani sognare di fare cinema. Così attraverso gli episodi della sua gioventù, è riuscito a far un salto nel passato di un mondo fantastico.

Inevitabili e intensi attimi di una gioventù che lo hanno visto al fianco del padre Vittorio, della madre Maria Mercader, ma soprattutto di artisti come Roberto Rossellini, Sofia Loren, Audrey Hepburn e Federico Fellini, con quest’ultimo che, imitato da una voce fuori campo, è intervenuto nelle prime battute dello spettacolo.

In “Cinecittà” De Sica non si è risparmiato nella messa in scena dei suoi ricordi. Un intento lodevole quello di voler trasmettere sogni che incantavano da bambini e che mantengono la loro magia ancora oggi. Ha cantato e recitato dimostrandosi un artista completo e vero, riuscendo a trasmettere le sue ansie e le sue attese con frasi cariche di sentimento con le quali era sempre evidente la speranza di un futuro che potesse essere il seguito della vita da lui vissuta da ragazzo.

«All’alba prendevo il pullman a Piazza Esedra, mi sembrava meraviglioso, pensavo: chissà come mi vestiranno». Parole dette da un figlio d’arte che all’alba, di nascosto ai genitori, si dirigeva agli studi per ottenere un ruolo di comparsa. Nessun privilegio ha ricevuto. Christian De Sica confessa di aver fatto tutta la trafila di persona comune, perché solo attraverso la gavetta poteva sperare di diventare grande.

Al suo fianco, ci sono Daniela Terreri, Daniele Antonini e Alessio Schiavo, tre “vivaci” compagni d’avventura con i quali divide alcuni momenti esilaranti. Su tutti quello dei provini in cui i tre attori danno sfoggio di grande comicità.

Importante il sostegno dell’orchestra e di Riccardo Biseo al pianoforte. De Sica ha una bella voce e lo dimostra quando canta con padronanza “Ba…ba…baciami piccina” di Alberto Rabagliati e, nel bis finale “New York New York”. Non sortisce lo stesso effetto quando esegue il tema principale di “Polvere di stelle”. L’allegria contagiosa del brano di Alberto Sordi e Monica Vitti si smarrisce a causa di un arrangiamento discutibile.

Una interpretazione che non è stata il degno suggello del tributo all’Albertone nazionale, che lui stesso chiamava “zio”. Sullo sfondo e ai lati del palcoscenico, belle le immagini che scorrevano sugli schermi, mentre la nostalgia prendeva corpo con parole che non nascondevano la commozione. Stesso l’effetto provocato dall’intervento musicale dell’orchestra.

Nonostante le premesse e gli intenti, “Cinecittà” “soffre” di un certo “lentezza” in alcuni dialoghi, i quali privano un attore brillante come De Sica della consueta verve. Anche il continuo richiamo ai cinepanettoni e le numerose parolacce allontanano lo spettacolo dai propositi iniziali di far rivivere un periodo d’oro di un posto che è la più autorevole alternativa ad Hollywood. Stessa cosa si può dire delle ballerine troppo svestite, che con quelle mise poco rappresentano gli anni d’oro del nostro cinema.
Grazie alla ecletticità e alla riconosciuta bravura di Christian De Sica, in definitiva, “Cinecittà” risulta godibile e leggero. Sarebbe bastato poco per rendere lo spettacolo maestoso.

(Pubblicato su MusicalNews.com il 20/02/2014)
(Foto per concessione di Fotovideando)

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