Quando la musica si fa motore: in viaggio con Emanuele Cisi alla scoperta del Detroit Torino Urban Jazz Project

Le prime di Urban Pictures dello statunitense James Hartway e di Point of View di Carlo Boccadoro, il 9 maggio, a Torino al Teatro Regio, con lʼOrchestra Filarmonica ʻ900 diretta da Damian Iorio e il DTUJP quartet, (Emanuele Cisi e Chriss Collins, sax tenori, Furio Di Castri, basso e Sean Dobbins, batteria) coronano con un primo appuntamento sinfonico gli sforzi di Emanuele Cisi e di quanti assieme a lui hanno pensato che la musica potesse farsi motore di un progetto di sviluppo sociale, oltre che culturale, volto ad accrescere il senso di “fratellanza” tra due città, Torino e Detroit, accomunate da un passato da capitali dell’auto (con tutto ciò che l’accelerazione dell’industrializzazione cittadina e nazionale ha comportato, nel bene e nel male, al tessuto sociale delle città), e da un futuro in continua evoluzione.

Nato nel 2006 dall’incontro a New York di Emanuele Cisi con il sassofonista jazz americano Chris Collins (direttore del dipartimento Studi Jazz presso la Wayne State University a Detroit) e finanziato dalla Wayne State University, il Detroit Torino Urban Jazz Project (DTUJP) si è sviluppato una serie di concerti e performance nelle due città tra i quali, fin dalla loro partecipazione nel 2006 al prestigioso Detroit International Festival, con un concerto di composizioni originali firmate dai due sassofonisti.

Raddoppiati i finanziamenti della Wayne State University per il 2010/2011, dato il successo della prima fase del progetto, sono state commissionate le due composizioni che debutteranno al Regio mentre, nel frattempo, il circolo virtuoso di sforzi economici e di scambi studenteschi e didattici innescato da soggetti pubblici (il Conservatorio G. Verdi, in cui Cisi è docente, il Teatro Regio di Torino e la Fondazione del Festival Jazz di Detroit) e privati (di Detroit), ha continuato a dare i suoi frutti: altri tre concerti di ensemble composti da studenti della WSU e del Conservatorio Verdi sono stati programmati in concomitanza alla data torinese di maggio, un’esibizione del DTUJP quartet con la partecipazione di alcuni dei migliori studenti del Conservatorio Verdi è programmata a metà maggio al prestigioso Dirty Dog club di Detroit e, a chiusura del progetto, il 4 e 5 settembre 2011, sono previsti concerti nell’ambito del Detroit Jazz Festival, in cui si esibiranno, riuniti in una big band, i migliori studenti della WSU e del Conservatorio Verdi assieme ad ospiti illustri, oltre a un’esecuzione della versione sinfonica-multimediale del DTUJ con la Detroit Symphony Orchestra diretta da Leonard Slatkin. Sul versante italiano, è infine previsto un concerto di questa stessa compagine sinfonica al festival MITO a Torino, il 15 settembre 2011.

La fotografia, oltre alla musica, ha avuto un ruolo fondamentale nel decretare il successo artistico del progetto. Le fotografie di Pier Paolo Ottaviano e Geoff George che hanno reso multimediali le esecuzioni dal vivo attraverso la proiezione d’immagini scattate in entrambe le città, saranno al centro di una mostra alle Officine Grandi Riparazioni di Torino, nellʼambito di Esperienza Italia, a partire dal 10 maggio.

Racconta Cisi: “Il rapporto tra le città di Torino e Detroit non può che continuare a evolvere, alla luce del recente accordo industriale Fiat-Chrysler, nella direzione di una comunanza di destini. Tra i coraggiosi progetti di recupero urbano di “MotorCity” e la vocazione allo status di laboratorio culturale di Torino, le due città potranno trovare nel DTUJP, aperto a collaborazioni con istituzioni ed enti privati, un comune e stimolante modello d’azione, un riuscito progetto di scambio e costruzione di comuni valori estetici e sociali, al di là di ogni idiosincrasia localistica.” Non a caso quindi, nel corso di una sua recente visita a Torino, il sindaco Dave Bing di Detroit ha avuto modo di apprezzare una esibizione del DTUJP, rimanendone affascinato, ed indicandolo come uno dei più positivi e interessanti esempi di scambio culturale tra le due città.

Sulla capacità di veicolare semantiche del vivere urbano propria del jazz Cisi evidenzia: “Il jazz, da sempre punto di confluenza di culture ed etnie differenti, è l’elemento artistico ideale per veicolare vissuti urbani, sensazioni, atmosfere di luoghi; e nulla meglio dell’improvvisazione, grazie alla sua natura “veloce”, può esprimere le costanti evoluzioni delle città, i loro suoni, i colori, le forme architettoniche. D’altronde il jazz nasce come musica di strada: le marching bands dei funerali di New Orleans erano una costante della vita sociale di allora. E’ una musica di città, che vi nasce e ne diventa colonna sonora.”

Torino, 9 maggio, Teatro Regio:
prima esecuzione assoluta di Urban Pictures di James Hartway e di Point of View di Carlo Boccadoro, per orchestra sinfonica e organico jazz
Orchestra Filarmonica ʻ900 diretta da Damian Iorio

Detroit Torino Urban Jazz Project:
Emanuele Cisi, sassofono
Chris Collins, sassofono
Furio Di Castri, basso
Sean Dobbins, batteria

(Fonte Ufficio Stampa: Nicoletta Tassan / “Massalia Comunicazione”)
(Pubblicato su Musicalnews il 19/04/2011)

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