La doppia anima del geniale Ryuichi Sakamoto tra sperimentazioni e magiche colonne sonore

Ryuichi Sakamoto
Rassegna “La grande musica per il cinema”
Teatro Politeama – Catanzaro
25/10/09

Lo scorrere dell’acqua, un leggero soffio del vento, una sensazione di pace interiore nel buio che avvolge l’anima e una nota lunga che sembra uscire dal nulla. In questo scenario si intravede a malapena una figura che pizzica le corde del pianoforte dal quale vengono fuori note rese impalpabili dal tocco lieve di Ryuichi Sakamoto. È l’inizio di un concerto in cui il pianista giapponese mostra le sue due anime. Sperimentatore e musicista “classico”, il pianista si è esibito domenica sera al Teatro Politeama nell’àmbito della manifestazione “La grande musica per il cinema”.
Due espressioni musicali evidenziate dalla presenza di due grand piano, solo uno dei quali suonato dal maestro; l’altro, programmato da Sakamoto stesso, suona in completa autonomia creando, in sintonia con le immagini proiettate sul mega schermo, fantastiche sensazioni di leggerezza interiore. I primi trenta minuti mostrano il lato più sperimentale di un artista costantemente alla ricerca di nuove espressioni musicali.
Le note di Glacier, Improvisation, To Stanford, del compositore giapponese Kotringo, Hibari e Composition 0919 aleggiano nel teatro accompagnate da effetti sonori che si intersecano alla perfezione con quei suoni solo apparentemente privi di ogni struttura melodica. È un continuo amplesso quello che Sakamoto sembra avere con il pianoforte. Il pubblico assiste in un silenzio rispettoso per quella che può essere definita una esperienza nuova, forse irripetibile, assolutamente affascinante.
La musica scorre continua e inarrestabile, ogni singolo brano a tratti sembra impalpabile per l’esecuzione che Sakamoto riesce a dare. L’ausilio delle proiezioni sul grande schermo risulta inoltre di fondamentale importanza, quasi a conferma che l’autore giapponese ha una particolare tendenza a creare immagini con l’arte del suono riuscendo a delineare sfumature e contorni che vanno al di là del commento visivo.
I colori delle immagini ed esse stesse creano vortici di sensazioni in cui lo spettatore si trova a suo agio, un trip sonoro che si fonde all’arte visiva di sequenze hi-tech.
Sakamoto non è solo sperimentazione, suona temi da lui composti per film di Bernardo Bertolucci (“L’ultimo imperatore”, per il quale si è aggiudicato l’Oscar come migliore colonna sonora, “Piccolo Buddha” e “Il the nel deserto”), Nagisa Oshima (“Furyo”, del quale era anche co-protagonista con David Bowie), Pedro Almodòvar (“Tacchi a spillo”), Alejandro Gonzalez Inarritu (“Babel”) e Shirin Neshat “Women without men”) e non tralascia il suo amore per la musica composta da Ennio Morricone, tributandogli il tema del film “Novecento” di Bertolucci, o da Johann Sebastian Bach ed Eric Satie.
Impossibile non riconoscere melodie che hanno fatto il giro del mondo e per le quali Sakamoto ha ottenuto grande notorietà. La passionalità delle sue esecuzioni mostrano un artista concentrato all’inverosimile tanto da sembrare una unica cosa con la musica che produce con i due pianoforti.
La luce avvolge quella figura minuta ma dalle enormi capacità artistiche ed espressive e, allorquando “duetta virtualmente” con l’altro pianoforte, si capisce di essere davanti ad un genio della musica. Un’autentica ovazione gli viene tributata dal pubblico presente inducendo Ryuichi Sakamoto a tornare per regalare altri brevi attimi di grande musica. Composizioni che non hanno bisogno di essere identificate con un titolo o associate a un film perché di Sakamoto hanno l’anima e le cui tessiture ritmiche sono il segno distintivo di un artista dalla tecnica raffinata.
Lascerà un ricordo indelebile nella mente dei presenti la performance dell’artista giapponese che, a chiusura della serata con la presentazione di Rosanna Cancellieri, ha ricevuto dalle mani del regista Giuseppe Tornatore il “Premio Tersicore”.

(Pubblicato il 27/10/09 su Gazzetta del Sud)
(Foto per gentile concessione di Salvatore Monteverde)

Link:
Gazzetta del Sud: http://www.youtube.com/watch?v=RU1uwBNSCF0

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2 Responses to “La doppia anima del geniale Ryuichi Sakamoto tra sperimentazioni e magiche colonne sonore”

  1. JLopez ha detto:

    Questa è una poesia, non un “semplice” articolo su un concerto. Lascia un enorme rammarico a chi, come me, non ha partecipato all’evento e non ha potuto godere delle stesse sensazioni, qui così mirabilmente trasmesse. Grazie.

  2. […] che deriva dall’ascolto dei maestri della musica classica e della musica jazz. Ma penso anche a Ryuichi Sakamoto e Wim Mertens come riferimenti oltre i miei […]

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